La lombalgia (mal di schiena)
Per lombalgia, comunemente chiamata mal di schiena, si intende qualsiasi dolore nella zona compresa tra la prima vertebra lombare e le dodicesime coste superiormente, e le due ossa iliache ed il sacro inferiormente.
In alcuni casi il dolore può anche irradiare lungo gli arti inferiori se vengono irritate le radici nervose, come nei casi di una protrusione che intacca il forame intervertebrale, prendendo il nome di lombosciatalgia se viene intaccata una o più radici del nervo sciatico o lombocruralgia nel caso del nervo femorale.
In questi casi non è raro riscontrare anche segni e sintomi neurologici, come parestesia (perdita di sensibilità) e perdita di forza in zone ben precise corrispondenti alle radici nervose di competenza.
Alcune cause di mal di schiena
Il dolore in zona lombare è uno dei problemi per cui più frequentemente ci si rivolge all’osteopata e può essere causato da tanti fattori. Esempi di condizioni cliniche che possono portare ad una sofferenza a livello lombare sono:
- Artrosi
- Protrusioni e ernie
- Tensioni muscolari
- Nevralgie (es. sciatalgia e cruralgia)
- Disfunzioni vertebrali
- Cicatrici (es. parto cesareo)
- Traumi (es. movimenti bruschi con un carico)
Tessuti che causano lombalgia
Il mal di schiena può essere generalmente causato da tre tessuti, cioè quello muscolare, quello disco-articolare e quello nervoso. Ma non bisogna sottovalutare le disfunzioni viscerali che alcune volte vengono mascherate da una lombalgia.
A seconda della struttura coinvolta si avranno segni e sintomi completamente differenti, ed è importante stabilire quale tessuto stia causando il dolore per effettuare il trattamento corretto per la risoluzione del sintomo. Infatti, ci sono situazioni in cui il paziente potrebbe presentare clinicamente una lombalgia da spasmo muscolare causato da un’infiammazione di un disco intervertebrale.
Per ovvi motivi agire semplicemente sulle strutture miofasciali non porterebbe a nessun tipo di beneficio fin quando non si eliminano i segnali nocicettivi (dolorosi) che le strutture circostanti al disco stanno trasmettendo al midollo spinale, causando quindi lo spasmo muscolare riflesso.
Lombalgia acuta e cronica
La lombalgia può essere suddivisa in due categorie, cioè acuta e cronica.
Per lombalgia acuta si intende un dolore molto forte, spesso insorto a seguito di un trauma (es. sollevare un peso), che tende a rendere quasi inutilizzabile la zona in questione fin quando non si risolve il processo infiammatorio, e che può diventare cronica se l’organismo non riesce a ripristinare correttamente la funzione della struttura lesa.
Per lombalgia cronica si intende un dolore che ormai è presente da tempo, a volte mesi, che spesso non ha un’intensità molto alta ma che limita le attività quotidiane della persona che ne è affetta. Normalmente sono quei dolori che vanno e vengono a seconda dei momenti in cui le strutture dolenti vengono sovraccaricate maggiormente (es. lavoro più intenso o posizione scorretta mantenuta nel tempo). A prescindere dal tipo di lombalgia di cui soffre un paziente l’osteopata è in grado di riportare in salute l’organismo, anche se spesso quelli acuti sono più ostici e richiedono una manualità più esperta.
Come l’osteopatia cura la lombalgia
L’osteopatia è un ottimo alleato contro il mal di schiena perché è in grado di capire le strutture che stanno causando il dolore attraverso un’accurata anamnesi, dei precisi test di valutazione e una meticolosa indagine palpatoria.
Successivamente l’osteopata metterà in collegamento il sintomo con le strutture del corpo che non stanno permettendo di esprimere benessere e quindi imposterà il trattamento su queste informazioni in modo da eliminare gli ostacoli che non permettono la risoluzione del dolore.
All’atto pratico a seconda del tipo di strutture in disfunzione e del tipo di paziente che si ha di fronte, l’osteopata sceglierà le tecniche più adeguate a risolvere il disturbo dell’individuo. Sicuramente verranno effettuate manipolazioni sulla zona dolorosa, ma non di rado anche su aree che all’apparenza sembrerebbero completamente sconnesse dall’area dolente, come le strutture viscerali o gli arti inferiori, per i forti collegamenti sia meccanici che neurofisiologici con la colonna lombare.