Differenze tra osteopata e fisioterapista
Le differenze tra osteopata e fisioterapista sono più sottili di quanto si possa immaginare e ci sono molte similitudini tra i due professionisti. Infatti, le due professioni vengono spesso confuse l’una con l’altra e spesso si pensa che l’osteopata sia anche fisioterapista. Anche se ci sono molto punti in comune è bene capire le differenze per recarsi dal professionista di cui si ha bisogno per la risoluzione del proprio disturbo.
Percorso di studi
Il fisioterapista ha studiato in un’università pubblica per 3 anni conseguendo la laurea in fisioterapia.
L’osteopata, invece, ha studiato per 5 o 6 anni (a seconda dell’istituto) in una scuola privata conseguendo il diploma in osteopatia, spesso affiancato da un double degree con un Master universitario in una nazione in cui l’osteopatia ha un percorso universitario ben definito (es. Inghilterra). Infatti, anche essendo l’osteopatia riconosciuta come professione sanitaria ormai dal 2018, non ha ancora un percorso di studi universitario ben definito che le permetta ufficialmente di essere considerata una vera e propria laurea universitaria.
Le materie su cui si pone l’enfasi in entrambi i percorsi di studi sono molto simili (anatomia, biomeccanica, fisiologia, e patologia), ma quello che giustifica la durata quasi doppia del percorso di osteopatia è la grande quantità di lezioni pratiche sia tra studenti che pratica clinica, su pazienti veri.
Quindi l’osteopata una volta diplomato possiede già una quantità di esperienza che gli permette di essere in grado di avere a che fare con pazienti senza dover avere paura di non essere in grado di risolvere il problema da cui sono afflitti.
Campi d’azione
All’atto pratico entrambe le discipline agiscono principalmente sulla risoluzione e sulla prevenzione di disturbi all’apparato neuro-muscolo-scheletrico in pazienti di tutte le età (bambini, adulti, anziani, sportivi e anche donne in gravidanza) ma con approcci completamente diversi.
L’osteopata lavora esclusivamente con le sue mani mentre il fisioterapista si avvale anche di strumentazione elettromedicale (es. ultrasuoni) ed esercizi fisici.
Inoltre, l’osteopata segue la filosofia osteopatica secondo la quale il corpo è un’unità, quindi si trova quasi sempre a trattare zone del corpo completamente diverse in pazienti che lamentano disturbi simili. Il fisioterapista spesso agisce per protocolli perché si ritrova ad avere a che fare con pazienti post infortunio o chirurgia.
Quindi il paziente che va dal fisioterapista spesso si troverà ad essere trattato nell’area sintomatologica per riabilitare delle strutture che hanno subito un danno. Mentre il paziente che va dall’osteopata verrà sicuramente trattato anche in aree che sembrerebbero completamente sconnesse da quella dolorosa per fare in modo di eliminare la sintomatologia dolorosa e riportare il corpo in equilibrio.
Filosofia osteopatica
La filosofia osteopatica, infatti, si basa su 4 principi cardine, definiti dal padre fondatore dell’osteopatia, Andrew Taylor Still:
- L’organismo è un’unità dinamica di funzioni.
- Il corpo possiede capacità innate di autoregolazione ed autoguarigione.
- La struttura governa la funzione, e viceversa.
- Il razionale di trattamento si basa sugli altri 3 principi.
Quindi un individuo si troverà a provare dolore quando il suo corpo non riesce più a mantenere una situazione di equilibrio perché ci sono delle restrizioni funzionali o strutturali che non permettono al corpo di autoregolarsi e, quindi, autoguarire.
L’osteopata durante una visita, analizzerà il corpo come un’unità e capirà quali sono questi ostacoli che non permettono di esprimere benessere (a volte lontani dall’area dolorosa o semplicemente routine errate durante la quotidianità) e li eliminerà, ripristinando l’equilibrio corporeo per riportare in salute l’organismo e prevenire anche l’insorgenza di problemi futuri.
In genere, il trattamento osteopatico mira a migliorare la funzione delle strutture che risultano in disfunzione attraverso mobilizzazioni articolari, tecniche di manipolazione sui tessuti molli (muscoli, articolazioni, fascia, legamenti e tendini) e miglioramento della qualità di vascolarizzazione e innervazione nervosa delle strutture bersaglio.
Conclusioni
Le differenze tra osteopata e fisioterapista non sono quindi così poche come si possa pensare. Quindi, si può affermare che le due professioni sono simili ma allo stesso tempo differenti e i pazienti possono trarre giovamento da entrambe, soprattutto se abbinate l’una all’altra in determinati disturbi neuro-muscolo-scheletrici.
Il paziente, infatti, non deve commettere l’errore di pensare ci sia un professionista migliore di un altro perché l’osteopata sarà più performante in situazioni in cui il paziente deve risolvere un dolore mentre il fisioterapista quando bisogna riabilitare determinate zone corporee post infortunio o chirurgia. Ma essendo le due professioni complementari, un paziente potrebbe addirittura intraprendere un percorso con entrambi i professionisti contemporaneamente o in differenti fasi del suo disturbo per ritornare a vivere la sua vita in assenza di dolore.