Obiettivo della visita osteopatica
L’osteopatia si pone l’obiettivo di ripristinare il benessere fisico di un paziente eliminando tutti quegli ostacoli che non permettono l’autoguarigione spontanea intrinseca di ogni organismo. In sostanza, l’osteopata, attraverso tecniche manipolative, è in grado di riportare a funzionare correttamente tutti quei distretti anatomici o quelle strutture specifiche che al momento della visita non stanno esprimendo il loro pieno potenziale e che, quindi, sono responsabili dello stato doloroso o delle limitazioni funzionali dei tessuti incriminati.
Tipologie di pazienti dell’osteopata
Quindi il target di persone che va dall’osteopata è più variegato di quello che si possa pensare. Non bisogna limitare il campo d’azione alla fetta di popolazione adulta, spesso sedentaria, che soffre da sempre di dolori muscolari a causa del lavoro. Si potrebbe affermare che chiunque soffra di restrizioni articolari o dolori possa trarre beneficio da una visita osteopatica.
Osteopatia pediatrica
Soprattutto negli ultimi anni sta iniziando a diffondersi l’utilità delle visite osteopatiche anche su neonati e bambini perché si è capito come l’osteopatia pediatrica possa dare una grande mano nella risoluzione di problemi funzionali (es. disturbi del sonno) che la medicina tradizionale a volte non riesce a risolvere attraverso l’utilizzo di farmaci.
Chiaramente il tipo di manipolazioni che si possono effettuare su un bambino saranno ben diverse da quelle che si possono effettuare su un adulto per differenze non solo anatomiche, ma anche neurofisiologiche.
Osteopatia in gravidanza e post parto
Anche le donne in gravidanza e nella fase post parto possono trarre dei grandi benefici da una visita dall’osteopata. Infatti, l’organismo della donna subisce dei cambiamenti, reversibili, non solo ormonali, ma anche anatomici durante lo sviluppo del feto all’interno dell’utero.
Non è raro che questi cambiamenti possano risultare in un sovraccarico di determinate zone con conseguente dolore. Una volta espulso il bambino, l’organismo dovrebbe ritornare in fisiologia. Ma ci sono alcuni casi in cui la gravidanza può creare degli squilibri neuro-muscolo-scheletrici che portano dopo qualche tempo all’insorgenza di dolori. Molto comune è la lombalgia (mal di schiena) post parto, in particolare in caso di ricorso al taglio cesareo.
Osteopatia geriatrica
Un altro target di persone che spesso ricorre all’utilizzo dell’osteopatia è la popolazione geriatrica (anziana). Questi tipi di soggetti possiedono spesso corpi ormai consumati dal tempo, e quindi i fenomeni degenerativi (del tutto normali dato che i corpi invecchiano non solo esternamente) tendono ad innescare una serie di reazioni risultanti in dolori per lo più muscolo-articolari.
Un esempio molto comune sono i dolori muscolari causati dalla presenza di artrosi diffusa. L’osteopata attraverso manipolazioni, quasi esclusivamente sotto forma di mobilizzazione articolare e trattamento dei tessuti muscolari, si pone l’obiettivo di migliorare la qualità delle articolazioni, nei limiti del possibile, per cercare di ottenere risultati sia nel breve periodo sulla qualità del dolore e le limitazioni funzionali articolari, che nel lungo periodo cercando di ritardare quanto possibile il peggioramento dello stato degenerativo artrosico.
Osteopatia sportiva
Infine, l’osteopatia sportiva racchiude un’altra parte molto importante di potenziali pazienti che possono usufruire delle visite osteopatiche per risolvere dolori durante i gesti tecnici, o anche migliorare la qualità della loro pratica sportiva attraverso l’eliminazione di quelle condizioni che non permettono di esprimere il pieno potenziale durante l’attività (es. limitazioni della mobilità di una spalla in un pallavolista).
Ovviamente non si prendono in considerazione solo gli sportivi professionisti, ma anche quelli amatoriali.
Conclusioni
Detto così sembrerebbe che l’osteopatia sia il rimedio a tutti mali. Ma chiaramente non tutte le condizioni dolorose sono risolvibili attraverso le manipolazioni e quindi l’osteopata si riserva il diritto di non manipolare un paziente se, dopo aver effettuato l’anamnesi e dei test di valutazione, non ritenesse di propria competenza quel tipo di problema, inviando l’individuo dalla figura sanitaria corretta.